Chi ama passeggiare in campagna sa bene che in questo periodo dell’anno nei prati, nei campi incolti o sui bordi dei vecchi muri rocciosi comincia a verdeggiare il finocchietto selvatico. Con le sue lunghe foglie filiformi, finemente frastagliate è inconfondibile! Ne esistono diverse specie, più o meno aromatiche, ma il suo profumo, se lo sfregate tra le dita, vi ricorderà sempre quello del finocchio coltivato: appartengono alla stessa specie.
In questo periodo dell’anno del finocchietto selvatico si raccolgono i germogli e le foglie usatissimi in cucina in frittate, insalate, torte salate, per insaporire ripieni, polpette o come ingrediente fondamentale per alcune ricette della tradizione. In estate, da giugno a luglio vengono raccolti i suoi fiori aromatici e in agosto, scuotendo le ombrelle dei fiori, si raccolgono i semi (avendo cura di disporre un sacchetto di carta ben aperto sotto le ombrelle). I semi si usano come spezia in un gran numero di preparazioni, e in alcune regioni sono peculiari per la realizzazione di salumi, uno su tutti la finocchiona!
Ormai conosco bene i luoghi dove cresce vicino casa, sono sempre quelli. Preferisco raccoglierla lontano dalle strade troppo trafficate, in mezzo ai campi incolti è sempre preferibile. Ne prendo sempre un bel mazzetto perché la adoro nelle frittata o per aromatizzare le insalate. Inoltre c’è un piatto per cui impazzisco che ne reclama la presenza: la pasta con le sarde.
Solitamente la preparo con le sarde fresche, ma vivendo in montagna non sempre ho la possibilità di trovarle dal pescivendolo. Ho provato con le sarde Angelo Parodi ed il piatto è venuto ugualmente eccellente: il gusto deciso delle sarde insieme all’uvetta, i pinoli e lo zafferano esaltano l’aroma inconfondibile del finocchietto selvatico.
Se anche a voi è venuta l’acquolina in bocca, potete trovare la ricetta della Chitarra allo zafferano con sarde e finocchietto selvatico sul sito di Angelo Parodi.
Lascia un commento