Sua maestà d’Abruzzo: il Parrozzo.
Dolce simbolo del Natale abruzzese, il Parrozzo è un dolce semplice realizzato con ingredienti genuini, ma sarà per quella forma semisferica o per la colata finale di cioccolato fondente, è anche un dessert elegante e raffinato, ideale da portare sulla tavola delle feste.
Storia del Parrozzo, il gusto soave di un dolce
Il Parrozzo è nato negli anni ’20 a Pescara dalla creatività del maestro pasticcere Luigi D’Amico, che ideò una trasposizione dolciaria del “pane rozzo”, una pagnotta a base di farina gialla di granoturco che i contadini cuocevano nel forno a legna.
Mantenne la forma semisferica cuocendo il dolce in uno stampo da zuccotto e per ricreare la tonalità di giallo del pane rozzo, D’Amico aggiunse all’impasto le uova e per riprodurre la crosta scura delle bruciature pensò ad una colata di cioccolato fondente fuso.
Il nome Parrozzo, gli fu dato poi da D’Annunzio, che fu il primo ad assaggiarlo e, il suo gusto soave lo ispirò talmente tanto, da dedicargli anche un sonetto.
Una ricetta della tradizione
Questo dolce riscosse un tale successo, che oggi il Parrozzo è uno dei simboli indiscussi del Natale abruzzese, e come tutte le ricette della tradizione, ogni famiglia ha la sua versione. In molti, me inclusa, preferiscono la semola al semolino. Dibattuta poi è la questione sull’aggiunta di grassi come olio o burro. Nella mia ricetta ci sono tre cucchiai di olio, ma sappiate che volendo, potete ometterli. Non ometterei invece, la fecola, malgrado per alcuni possa risultare una vera eresia. Le aggiunte alla ricetta originale (che poi, chi può dirci realmente qual è?!) sono state fatte per evitare la mollica asciutta, difetto che di sovente si riscontra nel Parrozzo.
Nota sulle mandorle amare
Qualunque versione decidiate di fare del parrozzo, il consiglio che mi viene davvero dal cuore, è quello di non usare le fialette. E’ inutile preparare un dolce in casa, per poi rovinarlo con qualcosa di sintetico ed industriale. Se non trovate le mandorle amare (o armelline) che sono quelle che conferiscono al dolce il suo profumo e sapore caratteristici, allora aggiungete uno/due cucchiai di amaretto di Saronno. Il liquore all’arancia, Il Cointreu, è una caratteristica del Parrozzo di famiglia, perché ci piace il sentore dell’arancia unito a quello della mandorla.
Per realizzare il parrozzo occorre uno stampo da zuccotto, che potete trovare cliccando qui!
Parrozzo D'Abruzzo
Equipment
- 1 Stampo sferico da 18/20 cm
Ingredienti
- 200 g zucchero semolato
- 150 g mandorle con la buccia tritate
- 120 g semola rimacinata
- 30 g fecola di patate
- 30 g olio extravergine di oliva delicato o semi di girasole (facoltativo)
- 6 mandorle amare da tritare con le mandorle dolci
- 6 uova medie
- scorza grattugiata di un'arancia bio
- 2 cucchiai Cointreau facoltativi
Per la glassa
- 200 g cioccolato fondente al 70%
- 50 g burro
Istruzioni
- Montiamo i tuorli con lo zucchero e la buccia grattugiata di un'arancia, per 10 minuti alla massima velicità, finché non diventano chiari e spumosi. Con l'aiuto di una spatola, aggiungiamo la farina di mandorle, il Cointreau e la semola setacciata con la fecola, incorporando ogni ingrediente all'impasto con delicati movimenti dal basso verso l'alto, facendo attenzione a non sgonfiare il composto.A parte, montiamo gli albumi a neve ferma. Incorporiamo, sempre con la spatola, 2 cucchiai al composto di tuorli per ammorbidirlo e poi man mano il resto, con delicatezza, con movimenti dal basso verso l'alto. Trasferiamo tutto nello stampo imburrato e infarinato. Cuocia in forno statico a 170° per 1 ora, abbassiamo a 160° e cuocia per altri 10 minuti. Mettiamo il dolce ormai freddo su una gratella ponendo sotto un vassoio.Sciogliamo il cioccolato fondente con il burro, a bagnomaria o con il microonde, e copriamo con questa glassa la nostra cupola.Lasciamo riposare 10 minuti, poi il Parrozzo è pronto per essere servito.
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