Se venite a L’Aquila in questo periodo dell’anno, in qualsiasi pasticceria della città, nei forni, nei supermercati finanche i più piccoli negozietti di alimentari di paese, potrete notare cataste di ciambelle dorate decorate con tanta granella di zucchero e ciliegie candite sulle superficie.
Sono le Ciambelle di San Biagio.
La storia della Ciambella affonda le radici in qualche secolo fa, quando il violento terremoto del 2 febbraio del 1703 rase al suolo la città dell’Aquila e uccise un terzo della popolazione. I sopravvissuti ringraziarono San Biagio, il santo che li avevi protetti, creando questo dolce. Da allora sono circa tre secoli che viene tradizionalmente preparato e benedetto il 3 febbraio giorno che attendiamo, nonostante il calendario, anche per festeggiare il Carnevale, in memoria delle vittime di quella catastrofe. Ecco perché la ciambella di San Biagio è vista come un simbolo positivo di rinascita e festa.
Quando si parla di dolci della tradizione è sempre difficile individuare la ricetta ufficiale. Ogni famiglia custodisce la sua ricetta, simile a tutte le altre, ma spesso differente per qualche particolare.
Si parte sempre da farina, uova e zucchero. Anticamente le massaie aggiungevano lo strutto, che con il tempo è stato sostituito dal burro o dall’olio. Un’altra differenza è data dal liquore utilizzato: chi l’anice, chi il brandy o altri preferiscono aggiungere un bicchierino di vino.
Dopo varie ricerche, libri sfogliati, vecchie ricette consultate e tentativi fatti ho scelto di affidarmi alla ricetta di San Biagio che più mi ha colpito, cioè quella con la consistenza di un biscotto rustico e casereccio, croccante fuori e umido dentro, e con il caratteristico profumo di anice. Sin dal primo morso mi ha ricordato le ciambelle che, da bambina, le nonne cuocevano nel forno comunitario del paese, dopo l’infornata del pane.
E’ la storica ricetta di Nonna Anaide, proposta ogni anno dall’azienda artigianale aquilana Dolci Aveja.
Come da tradizione, l’azienda non aggiunge alle sue ciambelle né conservanti né coloranti ed è l’unica ad aver sacrificato le ciliegie candite che la caratterizzavano, perchè ricche di coloranti e conservanti. Hanno mantenuto, invece, la golosa decorazione di granella di zucchero su tutte le ciambelle di San Biagio, gradita sia dai grandi che dai piccini.
Dolci Aveja oltre alla versione semplice, propone anche una variante arricchita con uvetta e una golosa con gocce di cioccolato puro monorigine.
Da quest’anno hanno aggiunto altre due varianti quella senza lattosio e con farina di solina.
Quest’ultima versione ha incontrato in particolare modo il mio gusto, infatti la solina è in assoluto uno dei grani che amo di più.
Nel suo sapore verace e rustico, ritrovo il carattere autentico della mia terra. E’ un grano pregiato, da cui si ottiene una farina poco tenace, a basso contenuto di glutine, ma con una sapidità e un profumo naturale, molto elevati. Per questo la adoro per la pasta fatta in casa, per le torte o per i biscotti, e trovo geniale l’idea di Dolci Aveja di usarla per la realizzazione di una ciambella di San Biagio particolarmente sana ed espressione del territorio.
Quindi, ispirandomi alla loro ricetta, ho preferito un buon burro allo strutto, e darle quel buon sentore rustico tipico della farina di solina. Sposando anch’io in pieno la filosofia di una cucina sana e naturale, ho omesso le ciliegie candite, ma ho aggiunto su qualche ciambella delle amarene sciroppate, questa è la mia variante personale! Un’altra mia aggiunta alla ricetta è il liquore all’anice che caratterizza con il suo aroma e conferisce maggiore fragranza all’impasto.
Ciambella San Biagio
Ingredienti
- 300 g farina tipo 1
- 250 g farina di solina o altra farina a piacere
- 150 g uova 3 uova medie
- 245 g zucchero semolato
- 110 g burro
- 60 ml latte
- 30 ml anice
- 1 limone bio
- 16 g lievito per dolci
- 1 cucchiaino estratto di vaniglia
- 1/2 cucchiaino sale
Per decocare
- 1 tuorlo
- 1 cucchiaino miele
- 1 Cucchiaio Latte
- qb granella di zucchero
- qb amarene sciroppate o ciliege candite facoltativo
Istruzioni
- Nella planetaria, o con i gancio a fogloa, lavora il burro con lo zucchero e il sale
- Aggiungi le uova, la buccia di limone grattugiata, e una volta che l'impasto sarà cremoso aggiungete il latte, la vaniglia e il bicchierino di anice.
- Sempre con il gancio a foglia, unisci all'impasto la farina setacciata con il lievito.
- Trasferisci l'impasto su una spianatoia leggermente infarinata e lavora velocamente l'impasto.
- Ungi le mani con dell'olio e forma o un unico cordone lungo 30/40 cm o sei cordoncini più piccoli. Prendi le estremità e chiudile a formare la ciambella
- Sciogli il miele nel latte, unisci un tuorlo d'uovo e spennella la mistura sulla superficie delle ciambelle
- Cospargi la superficie con la granella di zucchero e decora,a piacere, con qualche amarena.
- Adagia le ciambelle, ben distanziate tra loro, su una teglia rivestita da carta forno
- Cuoci in forno ventilato a 170 gradi per 15' le ciambelline, 25/30' la ciambella grande.
- Quando saranno belle dorate, sforna e lascia raffreddare su una gratella per dolci




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